L'estate scorsa ho raccontato il mio primo cicloviaggio in solitaria, alla conquista del Passo dello Stelvio. Certo, un viaggio di una settimana è ben poca cosa rispetto alle imprese dei "veri" cicloviaggiatori, capaci di attraversare interi continenti in sella alle loro bici; ciò non toglie che esso è stato per me un'esperienza molto appagante, che ho subito pensato di voler ripetere.
All'inizio del 2022 ho iniziato a fantasticare sulle possibili mete. Naturalmente non potevano mancare le montagne (io detesto la pianura! 😉); e, dato che le Alpi orientali le ho girate abbastanza, ho pensato di concentrarmi sulla parte occidentale. Ho valutato degli itinerari che mi portassero a conquistare alcuni dei valici resi famosi dal Tour de France, come l'Iseran o l'Izoard. Ma c'era un tarlo che lavorava nella mia mente e mi riportava sempre nello stesso punto... Tre anni fa, nel 2019, partecipai a un trekking intorno al Grand Combin che iniziava e finiva al colle del Gran San Bernardo: salendo al passo in macchina, mi colpì la bellezza della strada e pensai che dovevo assolutamente tornare a farla in bicicletta!
Bene, ora che avevo stabilito la meta principale, bisognava inserirla all'interno di un percorso. In breve, ho concepito l'idea di un ampio anello in senso orario intorno al massiccio del Monte Bianco: partenza da Torino in direzione di Aosta, prima salita al Piccolo San Bernardo e discesa sul versante francese; salita al Cormet de Roselend, discesa verso Megève e risalita a Chamonix; passaggio in Svizzera per il Col des Montets e il Col de la Forclaz; infine salita al Gran San Bernardo e ridiscesa ad Aosta.
Facendo qualche rapida ricerca su Internet, ho scoperto che si tratta di un percorso ben noto ai ciclisti: quasi tutti lo fanno in due o tre giorni (i più temerari addirittura in uno solo 😳); io invece, col mio passo da cicloturista l'ho programmato in cinque giorni (più uno per l'avvicinamento ad Aosta e uno di riserva in caso di maltempo). La distanza da percorrere non è lunghissima, circa 400 km, ma si sfiorano i 10.000 m di dislivello.
L'organizzazione logistica è la stessa dell'anno scorso: viaggio RM-TO-RM in treno InterCity, per poter caricare la bici senza smontarla e impacchettarla; prenotazione solo della prima notte a Torino e poi alla ventura: la road map è studiata nei dettagli - con distanze, dislivelli, ecc. - ma mi voglio tenere la libertà di decidere giorno per giorno dove fermarmi, in base al tempo, alle gambe e al "feeling" con i luoghi via via attraversati.
Anche la bici è la stessa - la fida Triban 520 che mi ha portato in cima allo Stelvio - e anche il bagaglio, rivelatosi il miglior compromesso tra comfort e leggerezza.
Infine, se stai leggendo questa pagina, avrai intuito che anche quest'anno ho intenzione di raccontare il viaggio nel suo dipanarsi giorno per giorno. Sperando che la benevolenza di Giove Pluvio mi consenta di ammirare il gigante di roccia da tutte le angolazioni...